Jamie Siminoff di Ring racconta la sua visione: l'IA azzererà il crimine?
Il fondatore di Ring promuove il suo nuovo libro affermando che l'IA permetterà ai suoi dispositivi di "quasi azzerare il crimine" entro 12-24 mesi.
Jamie Siminoff, il vulcanico fondatore di Ring, è tornato al timone dell'azienda con rinnovato vigore e una visione tanto ambiziosa quanto potenzialmente inquietante. In un'intervista rilasciata a The Verge in occasione dell'imminente uscita del suo libro autobiografico Ding Dong (in arrivo il 10 novembre), ha dichiarato di credere fermamente che la nuova ondata di intelligenza artificiale permetterà finalmente a Ring di realizzare la sua mission originale: "Rendere i quartieri più sicuri".
Secondo Siminoff, mentre le attuali ricerche suggeriscono che i videocitofoni abbiano un impatto limitato sulla prevenzione del crimine, l'integrazione dell'IA con una rete capillare di telecamere potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola. Pur ammettendo che eliminare completamente il crimine è impossibile, si è detto convinto che si possa arrivare molto vicini all'obiettivo.
"Penso che nella maggior parte dei quartieri normali e medi, con la giusta quantità di tecnologia — non troppo folle — e con l'IA, possiamo arrivare molto vicini ad azzerare il crimine" ha affermato, specificando che questo traguardo non è lontano dieci anni, ma potrebbe essere raggiunto "in 12-24 mesi... forse anche entro un anno".
Questa prospettiva riporterà inevitabilmente l'azienda sotto i riflettori delle critiche riguardanti la privacy, soprattutto considerando la decisione di Siminoff di ripristinare e potenziare le partnership con le forze dell'ordine attraverso lo strumento di richiesta video. Siminoff ha liquidato le controversie come "disinformazione", sostenendo che la tecnologia può aumentare la sicurezza mantenendo la privacy sotto il controllo dell'utente, una posizione fortemente contestata da attivisti per i diritti civili e sulla privacy.
Il libro ripercorre la storia di Ring dalla sua fondazione (inizialmente come DoorBot, nato dall'esigenza di non perdere le consegne) fino all'acquisizione miliardaria da parte di Amazon nel 2018, includendo aneddoti come il famoso rifiuto a Shark Tank e momenti critici in cui l'azienda ha rischiato il fallimento, come la causa legale con ADT o i problemi tecnici dei primi DoorBot spediti senza test adeguati poco prima di Natale. Siminoff descrive il processo di scrittura come un'esperienza umiliante, ammettendo errori passati ma sottolineando come proprio le difficoltà abbiano forgiato la resilienza dell'azienda.
Fonte: The Verge