Manovra 2026, stangata e-commerce: 2 euro per ogni acquisto sotto i 150 euro anche in Italia
Gli emendamenti governativi introducono un contributo sulle spedizioni nazionali ed estere e alzano le tasse finanziarie per finanziare le modifiche fiscali e societarie.
Il governo ha definito i correttivi alla legge di bilancio che approderanno in commissione Bilancio al Senato, introducendo novità sostanziali che impatteranno sia sui consumatori che sui mercati finanziari. La misura destinata a sollevare maggiori discussioni è l'applicazione di un contributo fisso di 2 euro su tutte le microspedizioni, ovvero i pacchi con un valore non superiore ai 150 euro.
A differenza delle ipotesi iniziali, il balzello non colpirà solo le merci provenienti da paesi extra-Ue, ma si applicherà anche a quelle che partono e arrivano dall'Italia. Questa estensione è una necessità tecnica per evitare che la misura si configuri come un dazio doganale, materia di competenza esclusiva dell'Unione Europea.
Parallelamente, l'esecutivo punta a fare cassa raddoppiando la Tobin Tax a partire dal 2026: l'aliquota sulle transazioni finanziarie passerà dal 2 al 4 per mille sui mercati non regolamentati e dall'1 al 2 per mille su quelli regolamentati.
Considerando che l'attuale struttura garantisce 546 milioni l'anno, questa stretta potrebbe generare circa 1,5 miliardi di euro in un triennio, coprendo circa il 60% delle necessità finanziarie della manovra e, nello specifico, finanziando lo stop alla doppia tassazione sui dividendi.
Il pacchetto di emendamenti tocca anche il settore immobiliare e quello bancario. Sugli affitti brevi si è raggiunto un compromesso politico: l'aliquota della cedolare secca rimarrà al 21% per la prima casa affittata, salendo al 26% solo dalla seconda, mentre la presunzione di attività imprenditoriale scorporata scatterà dal terzo immobile posseduto, e non più dal quinto.
Sul fronte societario, vengono escluse dall'aumento dell'Irap le holding industriali, le Sim e le Sgr, lasciando l'aggravio solo a banche e assicurazioni. Queste ultime, in base a un accordo bis, contribuiranno con ulteriori 600 milioni in tre anni attraverso il taglio alla deducibilità delle perdite pregresse.
Le risorse così recuperate permetteranno alle imprese di compensare i bonus fiscali per la Zes e la transizione 5.0 con i contributi previdenziali, oltre a estendere l'iperammortamento per i nuovi investimenti fino al giugno 2028.
Come chiarito dal ministro Giorgetti, l'obiettivo di questi correttivi è risolvere le criticità del disegno di legge iniziale attraverso misure che si "autocompensano", senza alterare i saldi di finanza pubblica.
Fonte: Il Sole 24 Ore