Il grande reset di Hollywood: Netflix, Paramount e lo scontro per Warner Bros.
Una settimana di fuoco che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri di Hollywood e dell'intrattenimento
Se pensavate che la streaming war fosse finita, vi sbagliavate. In meno di una settimana, l'industria dell'intrattenimento è stata scossa da due eventi sismici: l'annuncio shock dell'acquisizione di Warner Bros. Discovery da parte di Netflix e il successivo rilancio di Paramount Global.
Mentre i consigli di amministrazione si riuniscono a porte chiuse e le azioni schizzano alle stelle, i consumatori si chiedono cosa succederà alle storiche IP della compagnia, da Harry Potter all'universo DC, Batman in primis: passerà tutto in esclusiva a Netflix? E quanto ci costerà tutto questo?

Una settimana di ordinaria follia
Il 5 dicembre, Ted Sarandos (Co-CEO di Netflix) e David Zaslav (CEO di WBD) hanno svelato un piano di acquisizione dal valore complessivo di 82,7 miliardi di dollari.
L'operazione, chirurgica e spietata, prevedeva lo "spacchettamento" di Warner Bros.: Netflix si sarebbe presa i gioielli della corona (gli studi cinematografici, la HBO, la DC e lo streaming), mentre le vecchie reti via cavo (CNN, TNT, Eurosport) sarebbero state scorporate nella nuova società Discovery Global.
Sembrava fatta, poi è arrivato l'8 dicembre.
Paramount Global, fresca della fusione con Skydance e guidata da David Ellison, ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto (OPA) da 30 dollari per azione, tutto in contanti, per un valore d'impresa di oltre 108 miliardi di dollari. Una mossa figlia della necessità di rallentare l'espansione di Netflix e creare un "super-studio" tradizionale capace di resistere allo strapotere della Silicon Valley.

Per cosa si combatte?
Non si tratta di comprare uffici o teatri di posa. Questa guerra è stata innescata da un piatto straordinariamente ricco di IP: chi vince si porta a casa uno dei cataloghi più prestigiosi della storia del cinema:
- DC Universe (Batman, Superman, Wonder Woman): se a vincere sarà Netflix, assisteremo probabilmente a un'integrazione totale del catalogo preesistente e future produzioni, come serie TV ad alto budget. Netflix ha fame di franchise "eterni" per competere con Disney+, che vanta nel portfolio pesi massimi come Star Wars e il MCU.
Paramount, invece, potrebbe avere un approccio più classico e cinematografico. Il che non dispiace, specie dopo aver dimostrato con Top Gun: Maverick di saper gestire il follow-up dei blockbuster meglio di molti altri. - Harry Potter e il Wizarding World: la serie reboot di Harry Potter, già in sviluppo per HBO, diventerebbe l'arma di punta di Netflix per blindare gli abbonamenti delle famiglie per il prossimo decennio.
- HBO (The White Lotus, The Last of Us): si tratta del trofeo più delicato. Netflix punta sulla quantità, HBO sulla qualità: la paura degli addetti ai lavori è che l'algoritmo di Netflix possa diluire il prestigio del marchio HBO, trasformando la "TV di lusso" in content factory.
Con Netflix, l'espansione dell'universo di Game of Thrones potrebbe accelerare drasticamente, con molteplici spin-off animati e live-action prodotti a ritmo serrato.

Due visioni del futuro
La portata dell'acquisizione da parte di Netflix sarebbe storica e si assisterebbe alla fusione definitiva tra Hollywood e il mercato dell'intrattenimento liquido.
Se per il consumatore questo potrebbe tradursi nella comodità di avere accesso a un catalogo immenso con un solo abbonamento, di contro Netflix si troverebbe con un quasi-monopolio nel mercato dello streaming, con possibili rialzi senza temere contraccolpi.
Questo senza considerare le possibili conseguenze per le sale cinematografiche il cui futuro diventerebbe incerto con un player a metà.
Come dicevamo, la controfferta di Ellison mira a tenere Warner Bros. nel recinto degli studios tradizionali. Una fusione Paramount-Warner creerebbe il più grande distributore cinematografico del mondo garantendo un futuro meno grigio per il cinema tradizionale e più certezze di rispetto delle dinamiche tradizionali degli studios. D'altro canto, per pagare 108 miliardi cash, la nuova entità nascerebbe gravata da un debito mostruoso che potrebbe portare a tagli, licenziamenti e meno investimenti in prodotti rischiosi.

Indipendentemente da chi offre di più, ci sarà da sciogliere anche il nodo antitrust: l'amministrazione USA e l'Antitrust UE stanno già affilando le armi poiché l'unione tra il più grande streamer del mondo e uno dei più grandi produttori di contenuti (nonché detentore di IP) solleva enormi preoccupazioni sulla concorrenza verticale.
Guardando in casa Paramount, invece, la fusione ridurrebbe le "Major" di Hollywood da cinque a quattro, concentrando troppo potere nelle sale cinematografiche.
Il Consiglio di Amministrazione di Warner Bros. Discovery ha dieci giorni (fino al 19 dicembre) per valutare l'offerta di Paramount. Gli azionisti sono in fermento: l'offerta è più ricca e tutta in contanti, ma quella di Netflix offre maggiori prospettive di crescita.
Quel che è certo è che ci troviamo davanti al capitolo cruciale di un libro iniziato con l'avvento dello streaming: comunque vada a finire, l'epoca della frammentazione è finita e sta per iniziare l'era dei Giganti.