OpenAI Jukebox: l'IA che crea musica sfida il copyright

Dopo ChatGPT e DALL-E, OpenAI punta al mondo della musica con un nuovo tool di intelligenza artificiale, ma l'ostacolo più grande è la gestione dei diritti.

OpenAI Jukebox: l'IA che crea musica sfida il copyright
Photo by Possessed Photography / Unsplash

OpenAI, l'azienda che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia con strumenti come ChatGPT e DALL-E, sembra pronta a lanciarsi in una nuova sfida creativa: la generazione di musica tramite intelligenza artificiale.

Secondo un recente report di The Information, la società starebbe lavorando a un nuovo software capace di creare brani musicali partendo da semplici input testuali. Non è la prima volta che OpenAI si avventura in questo campo: già nel 2020 aveva presentato un progetto chiamato Jukebox, ma ora l'obiettivo è recuperare terreno rispetto a concorrenti come Google e Stability AI, già attivi con i loro tool MusicLM e Stable Audio.

Il nuovo strumento di OpenAI promette di aprire orizzonti inediti per musicisti e creativi, ma solleva contemporaneamente un interrogativo fondamentale che getta un'ombra su tutto il settore dell'IA generativa: la questione del copyright.
Il nodo cruciale risiede nei dati utilizzati per addestrare questi complessi algoritmi: per poter generare musica in modo convincente, l'intelligenza artificiale deve "studiare" un repertorio vastissimo di brani esistenti, la maggior parte dei quali è protetta da diritto d'autore.

L'utilizzo non autorizzato di questo materiale per il training dei modelli espone le aziende a enormi rischi legali. Un precedente significativo è la causa intentata dal New York Times contro la stessa OpenAI, accusata di aver utilizzato milioni di articoli senza permesso per addestrare ChatGPT. Una situazione simile nel mondo della musica potrebbe avere conseguenze altrettanto dirompenti.

Per aggirare questo ostacolo, OpenAI potrebbe adottare una strategia simile a quella utilizzata per DALL-E 3, generatore di immagini addestrato esclusivamente su dati di pubblico dominio e contenuti per cui deteneva una licenza. Questa scelta, seppur più complessa da applicare al vasto e frammentato mercato musicale, rappresenterebbe l'unica via percorribile per evitare battaglie legali.

Fonte: Engadget