Xbox Game Pass e rincari: è la fine di un'era?

Riflessioni sparse sul possibile futuro del gaming in salsa Microsoft dopo i rincari al Game Pass.

Xbox Game Pass e rincari: è la fine di un'era?
Photo by Kamil Switalski / Unsplash

L'annuncio ha scosso la community, forse persino più del previsto, perlomeno ai piani alti di Redmond: Microsoft ha modificato radicalmente il suo servizio di punta, Xbox Game Pass, introducendo una nuova struttura di piani e, soprattutto, un significativo aumento dei prezzi.
Per molti, questo segna la fine dell'illusione di quello che per molti era visto come l'affare migliore degli ultimi anni nel mercato del gaming. Il rincaro più vistoso, che sfiora il 50% per il piano di punta Ultimate, ha scatenato un'ondata di critiche, confusione e cancellazioni. 

Microsoft ha ridisegnato completamente la sua offerta, mandando in pensione i vecchi piani e introducendo una nuova gerarchia a tre livelli, affiancata dal piano specifico per PC. L'obiettivo è segmentare l'utenza in modo più netto, offrendo pacchetti distinti per esigenze e budget differenti.
Questa la nuova offerta:

  • Xbox Game Pass Essential: è il nuovo punto di partenza. Al costo di 8,99 €/mese, sostituisce il precedente Game Pass Core. Offre l'accesso al multiplayer online, a una libreria curata di oltre 50 giochi e, novità più importante, il cloud gaming illimitato, prima prerogativa dei piani superiori. 
  • Xbox Game Pass Premium: il livello intermedio, proposto a 12,99 €/mese, prende il posto del vecchio piano Standard. Il catalogo si espande a più di 200 titoli, includendo anche giochi per PC. Attenzione, però, al compromesso: i giochi first-party di Xbox (come i futuri Fable o The Outer Worlds 2) non saranno disponibili al day one, ma arriveranno entro 12 mesi dalla loro uscita. 
  • Xbox Game Pass Ultimate: Il piano di punta, che subisce l'aumento più drastico, passando da 17,99 € a ben 26,99 €/mese. È il pacchetto "tutto incluso", che garantisce l'accesso a oltre 400 giochi su console, PC e cloud, a tutti i titoli first-party al day one (con la promessa di oltre 75 nuovi giochi all'anno), all'abbonamento EA Play e alle nuove aggiunte Ubisoft+ Classics e Fortnite Crew. 

Anche i giocatori su PC non saranno immuni ai rincari: il PC Game Pass vede il suo prezzo salire a 14,99 €/mese. 

In mezzo al caos generato dagli annunci, una comunicazione specifica ha creato ulteriore confusione: Microsoft ha confermato che per i già abbonati i nuovi prezzi non entreranno in vigore immediatamente, perlomeno in alcuni Paesi, tra cui l'Italia. La tariffa attuale sarà mantenuta "per ora", senza ulteriori indicazioni in merito alle tempistiche di adeguamento che, secondo alcune fonti, potrebbe arrivare a partire da novembre.

A questo proposito c'è da tenere a mente che, in seguito ad annullamento del proprio abbonamento, anche solo per un breve periodo, alla riattivazione verrà applicata la nuova tariffa.

Il rinvio, insomma, non sembra essere un atto di generosità, ma una mossa calcolata: la dicitura "in linea con i requisiti locali" suggerisce che l'azienda stia rispettando le leggi a tutela dei consumatori vigenti in Italia e in altri Paesi UE, che probabilmente impongono un preavviso minimo (si ipotizzano 60 giorni) prima di modificare le condizioni di un contratto in essere.

In questo modo, Microsoft trasforma un obbligo legale in un apparente vantaggio per il cliente, creando un effetto di "lock-in" psicologico che mira a ridurre l'ondata iniziale di disdette.  

Dietro le quinte: valore aggiunto e imperativi di bilancio

Perché Microsoft ha deciso di rischiare di perdere una fetta della sua utenza con aumenti così marcati?
La linea di comunicazione di Microsoft, affidata a Dustin Blackwell, Director of Communications, è chiara:

Comprendiamo che gli aumenti di prezzo non sono mai divertenti per nessuno, ma stiamo cercando di rafforzare il valore aggiunto a questi piani

Questo "valore aggiunto" si concretizza in contenuti di terze parti, con l'inclusione di servizi come Ubisoft+ Classics e Fortnite Crew nel piano Ultimate, più giochi al Day One, visto che l'azienda promette di aumentare del 50% il numero di titoli disponibili dal giorno del lancio su Ultimate, e soprattutto il cloud per tutti, con l'estensione dello streaming illimitato anche ai piani Essential e Premium

La realtà, però, è più complessa e legata a precise dinamiche di mercato e alle strategie passate di Microsoft. Bisogna considerare, ad esempio, l'effetto Activision Blizzard: l'acquisizione da quasi 70 miliardi di dollari deve iniziare a generare ritorni economici. L'aumento dei prezzi è una conseguenza diretta e inevitabile di questo investimento monumentale, come sottolineato anche da ex funzionari della FTC

Includere un colosso delle vendite come Call of Duty nel Game Pass fin dal day one, poi, rappresenta un rischio enorme in termini di mancate vendite dirette.
Secondo alcune stime, questa mossa potrebbe costare a Microsoft circa 300 milioni di dollari in ricavi persi: che l'aumento del piano Ultimate sia una strategia mirata a recuperare questi mancati introiti dalla fanbase più interessata a giocarlo al lancio, anche se in maniera indiretta? 

Di certo, l'era delle offerte aggressive sembra ormai finita: i tre mesi gratuiti e le prove da 1 € erano chiaramente un metodo per costruirsi la base di utenti (si contavano 34 milioni di abbonati a febbraio 2024) e ora l'obiettivo è passato dall'aumento dei volumi a quello del ricavo medio per singolo utente.

Tutto da dimostrare anche il cosiddetto "valore aggiunto" dei singoli pacchetti, che per molti potrebbe essere percepito più che altro come un rigonfiamento del pacchetto: contenuti come Fortnite Crew e Ubisoft non sono necessariamente ciò che la community chiedeva; anzi, molti utenti avrebbero preferito un aumento più contenuto senza questi extra, ma questo avrebbe limitato al contempo anche i ricavi per l'azienda, che punta a rendere non solo sostenibile ma anche redditizio il Game Pass.

Ne vale ancora la pena?

La reazione della community non si è fatta attendere ed è stata prevalentemente negativa. Si è parlato di un record di cancellazioni, con il sito di Microsoft che sarebbe andato in tilt per l'alto traffico registrato.
Un sondaggio ha rivelato che ben il 64% dei partecipanti stava considerando di annullare il proprio abbonamento e gli aggettivi sui nuovi prezzi spaziano dal "folle" all'"improponibile". 

Per il giocatore occasionale, il calcolo del valore è cambiato radicalmente. A 26,99 € al mese, il costo annuale di Game Pass Ultimate sale a 323,88 €, l'equivalente dell'acquisto di 4 o 5 giochi a prezzo pieno.
Chi gioca poco si troverà, suo malgrado, costretto a valutare i piani basso e intermedio: per alcuni che troveranno i livelli più economici tutto sommato appetibili, ci saranno altrettanti per cui funzioneranno solo come sistema di upselling.
Per questo, la domanda sorge spontanea: vale la pena l'Ultimate per chi gioca solo a pochi titoli AAA all'anno?
Inevitabilmente, il confronto con la concorrenza si fa più serrato e l'offerta del PlayStation Plus potrebbe apparire decisamente più vantaggiosa per molti consumatori, specie per chi ha già una console Sony a casa. 

Un precedente pericoloso?

La decisione di Microsoft è un gioco d'azzardo ad alto rischio. L'azienda scommette che l'aumento dei ricavi per utente da una base più piccola ma più fedele riuscirà a compensare l'inevitabile abbandono da parte di una fetta di abbonati.
È una mossa audace, soprattutto considerando che il tasso di crescita del servizio stava già rallentando significativamente prima dei rincari. 

Questo percorso segue il classico copione dei servizi di streaming come Netflix e Disney+, attirando una mole significativa di utenti con prezzi oggettivamente insostenibili per poi aumentarli, una volta raggiunta una massa critica.
Ciò che è certo è che l'azione di Microsoft stabilisce un precedente potenzialmente pericoloso, normalizzando costi di abbonamento più elevati per l'intera industria. Concorrenti come Sony potrebbero sentirsi legittimati a seguire l'esempio, portando a un ecosistema di gioco complessivamente più costoso per tutti (anche in ragione del progressivo aumento di prezzo di listino delle console current gen per entrambe le sponde).  

Nato come un servizio accessibile, vissuto per il giocatore occasionale come "acquisto d'impulso" grazie al suo bassissimo costo d'ingresso, ora il Game Pass, specie nel suo piano più elevato, si configura come un prodotto premium.
Un costo annuale di oltre 300 euro non è più una spesa marginale, ma una voce importante da considerare nel proprio budget destinato all'intrattenimento, giustificabile quasi esclusivamente per i giocatori più assidui, quelli che "giocano dalla mattina alla sera".
Microsoft sta scommettendo che i maggiori ricavi ottenuti da questo zoccolo duro di appassionati compenseranno la perdita dei giocatori più casual, che non percepiranno più la convenienza del servizio, anche con un ampliamento dei privilegi (dal cloud illimitato a Ubisoft+).

Il passaggio è chiaro: se tutto può diventare una Xbox, allora anche i volumi verranno da soli, indipendentemente dal prezzo.